Svegliami

Un giorno nacque un uomo.

A due anni imparò ad andare in bagno da solo.

Ogni mattina andava in bagno, poi in cucina dove la mamma gli preparava la colazione.

A sei anni la mamma gli insegnò a farsi il latte da solo.

Ogni mattina andava in bagno, entrava in cucina, si preparava il latte con i biscotti e andava a scuola. Poi tornava a casa, pranzava con mamma e papà in cucina e andava a studiare in camera da letto. Poi cenava in cucina e il papà lo accompagnava a letto leggendogli una storia.

A 19 anni affittò una casa nella grande città universitaria.

La mattina andava in bagno, in cucina per la colazione, in camera da letto o all’università per studiare, in cucina per il pranzo, in camera da letto a studiare, in cucina per la cena e in camera da letto per dormire.

Ogni tanto usciva con gli amici con cui mangiava, beveva o fumava, in una cucina o in un locale. Oppure conosceva una ragazza con cui mangiava, beveva o fumava, in una cucina o in un locale, oppure faceva l’amore, in una camera da letto.

Ma di solito stava nella sua cucina, o nel bagno, o nella sua camera da letto.

A 24 anni si laureò e trovò lavoro, poi un altro e poi un altro con cui si sistemò. Era il lavoro dei suoi sogni.

Si svegliava, bagno, cucina, lavoro, cucina o ristorante, lavoro, cucina o ristorante, camera da letto.

Si sposò. Ed ebbe dei figli.
Sempre tra il bagno, la cucina o un locale, e la camera da letto.

Andò in pensione.
Bagno, cucina, camera da letto.

Un giorno desiderò che esistesse un luogo diverso dal bagno, o dalla cucina o dalla camera da letto. Una dimensione diversa, al di là del semplice mangiare, bere, andare in bagno, fare l’amore, dormire.
E chiuse gli occhi.

Un giorno nacque un uomo che desiderava risvegliarsi da questo sogno.

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